I semi per nascere e crescere hanno bisogno di terra, acqua, sole. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di credere in se stessi, di qualcuno che si prenda cura di loro e di luoghi da abitare. Far star bene i bambini, vuol dire fare bene anche i loro genitori.
Per questo motivo servono le comunità diurne: per supportare concretamente le famiglie lavorando con bambini e ragazzi affinché possano dare il meglio di se stessi e per sostenere i genitori nell’educazione dei figli affinché abbiano tempo per rimettere in sesto la propria vita.
Sostieni le famiglie in difficoltà del trevigiano. Perché i bambini e i ragazzi devono sognare e costruire il loro futuro e perché è giusto aiutare gli adulti in difficoltà.
Contribuisci anche tu alla ristrutturazione della nuova comunità diurna di Montebelluna.
Puoi farlo
scegliendo per il tuo Natale i dolci di Kirikù QUI o effettuando una donazione nel modo che preferisci tra quelli indicati di seguito.
oppure partecipando al “Concerto di Natale del gruppo Bassano Bluespiritual Band” il 25 Novembre alle ore 21:00 presso la sala accanto alla chiesa di Biadene.
Scegli la modalità che preferisci per donare
La comunità educativa diurna è una casa che accoglie ragazzi e ragazze dagli 8 ai 18 anni che vivono un momento di difficoltà e hanno bisogno dell’accompagnamento quotidiano degli educatori. È un servizio offerto dalla nostra cooperativa per supportare le famiglie in momenti particolari di vita.
Il servizio è offerto dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 18:00.
I ragazzi tornano a casa ogni sera per cena, mentre nel fine settimana e nelle festività rimangono con i propri familiari.
I genitori sono pienamente coinvolti nel progetto educativo pensato per il proprio figlio/a. Vengono accompagnati nel valorizzare le capacità e le risorse personali dei figli e rinforzati nelle proprie capacità genitoriali.
In comunità si vive insieme la quotidianità, momenti di impegno (scuola e lavoro) e momenti di svago in cui ognuno può scegliere e praticare l’attività sportiva o ricreativa che già pratica o che sceglierà di praticare.
L’accoglienza del ragazzo è sempre concordata con i servizi Sociali del Comune e specialistici dell’Ulss di residenza della famiglia.
La strutturazione dei momenti di vita comune cerca, per quanto possibile, di riproporre uno stile di tipo familiare.
Durante il periodo scolastico i bambini e ragazzi accolti frequentano le lezioni presso gli istituti scolastici di provenienza, per giungere poi in comunità e vivere insieme il momento del pranzo.
Come a casa, successivamente, i ragazzi svolgono i compiti e fanno merenda per poi partecipare alle varie attività sportive o di altro genere che hanno scelto di praticare.
Alla sera gli educatori, dopo un pomeriggio passato insieme, riportano i ragazzi a casa.
Nel periodo estivo si passano insieme anche le ore del mattino e si aggiungono gite divertenti e formative, nelle quali mettere in campo e maturare le proprie abilità relazionali e di gruppo.
La vicinanza dei ragazzi agli educatori, che li conoscono e hanno a cuore le loro “sfide” quotidiane offre a loro e alle loro famiglie nuove opportunità. Questa sinergia e collaborazione tra famiglie dei ragazzi ed educatori rimette in circolo la speranza per il futuro e la capacità di affrontarlo con nuovi strumenti… e con fiducia!
Finalità della comunità diurna
- Prevenzione delle situazioni di disagio e di allontanamento familiare
- Promozione delle funzioni educative e genitoriali della famiglia
- Attivazione delle risorse istituzionali e informali presenti nel territorio
Obiettivi
- Tutelare il diritto del minore a crescere nella propria famiglia e nel proprio territorio
- Permettere al ragazzo di rivisitare e ridefinire l’immagine che ha della realtà che lo circonda e di se stesso
- Garantire ritmi e tempi favorevoli all’espressione dei propri bisogni e disagi
- Supportare lo sviluppo della capacità di espressione e di gestione delle proprie emozioni e del proprio vissuto, positivo e/o negativo, attraverso il confronto con l’educatore
- Promuovere i percorsi di autonomia personale (in base all’età)
- Creare una rete di supporto territoriale al fine di favorire l’inserimento e la socializzazione del ragazzo nell’ambiente in cui vive